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Gli Sport a cavallo ed Equitazione Paralimpica

Prima di descrivere le varie discipline, essendo una organizzazione che tutela il cavallo e tenta di far valere i suoi diritti, è più che naturale che si tenti sempre di sensibilizzare ed educare le persone, invitandole a prediligere metodi più etici e meno coercitivi. Il rispetto e il benessere del cavallo è essenziale e fortunatamente in questi ultimi 15 anni gradualmente le cose sono cambiate. La sensibilizzazione non è mirata solo al privato, o agli atleti o fantini, o professionisti come addestratori, istruttori, maniscalchi, veterinari o trasportatori, ma anche alle federazioni che gestiscono e coordinano le varie discipline e categorie. Il cavallo non è un accessorio e non è privo di sensazioni o sensibilità. E' indispensabile provare nei loro confronti una buona dose di empatia e di portar loro il massimo rispetto.

"L’equitazione e la relazione umano-equino sono in continua evoluzione, anche in funzione delle recenti scoperte delle scienze cognitive animali e sulla spinta di una società più attenta al benessere animale, alla qualità della vita e ai valori di rispetto dell’individuo, a qualunque specie esso appartenga.
L’Equitazione Etica e la scuola adottano il moderno paradigma cognitivo-relazionale e un approccio consapevole ed empatico al cavallo: profonde conoscenze del funzionamento della sua mente, nuovi termini e metodologie di educazione, ponendo sempre il benessere dei due partner – equino ed umano – al primo posto."
cit. da "Scuola di Equitazione Etica"

Scuole di doma da conoscere:

Scuola Italiana di Horseman
Monty Roberts - JoinUp
Parelli Natural HorsemanShip



MINISTERO DELLA SALUTE
Tutela degli equidi

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Quando si pensa ai cavalli, si pensa automaticamente all’equitazione e all’ippica, che chiaramente sono due cose differenti. Si tratta delle due “categorie” principali di cui fanno parte le numerose discipline note in ogni parte del mondo.

Anche se, etimologicamente, la parola equitazione include in sé tutti gli sport a cavallo, negli ultimi anni si è cercato di creare una sorta di suddivisione. Per intendersi, l’equitazione comprende tante tipologie di esibizioni eseguite su terreni di genere diverso, che non sempre si concretizzano in gare che richiedono velocità. L’ippica, invece, include in sé proprio le tante gare di velocità su pista negli ippodromi, che si organizzano nel mondo degli sport a cavallo.



EQUITAZIONE
Dopo aver fatto chiarezza sulla distinzione, è utile dire che gli sport a cavallo classici che fanno parte dell’equitazione sono il salto ad ostacoli, il dressage e il cross country. Ce ne sono altri, e ognuno di essi viene solitamente suddiviso a sua volta per categorie decise in base all’età e alla stazza degli esemplari.

Il salto ad ostacoli è una delle discipline più amate. Lo stesso vale per il dressage, uno sport in cui il cavallo deve eseguire delle figure predefinite, per le quali verrà votato dalla giuria. Esiste un tipo di dressage chiamato “KUR”, dove è il fantino a creare musiche e figure. Il cross country prevede invece delle gare che possono durare persino più di un giorno, con percorsi di natura campestre e caratterizzati da ostacoli di vario genere.

IPPICA
Come anticipato, in questo caso si tratta di discipline eseguite su pista all’interno degli ippodromi. Esse prevedono perlopiù le gare che vedono come protagonista la velocità. Le discipline da considerare in questo caso sono il trotto e il galoppo. Entrambi gli sport sono molto amati e seguiti in tutto il mondo.


Le discipline olimpioniche dell’equitazione sono: il Salto Ostacoli, il Concorso Completo, il Dressage, la Doma Classica e il Cross Country.

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Salto a ostacoli

Una delle discipline a cavallo più conosciute è il salto a ostacoli: divisa per categorie in base alla stazza dei cavalli e alla loro età, questa gara consiste, com’è noto, nel superamento di ostacoli, che possono essere fatti da strutture in legno oppure da siepi, e il cui numero varia a seconda della categoria.

Scopo delle gare di salto a ostacoli è quello di coprire tutto il percorso nel minor tempo, senza abbattere alcun ostacolo o comunque abbattendone meno degli avversari: ogni ostacolo abbattuto costa una penalità. Inoltre, in molte gare sono presenti dei giudici preposti a valutare una serie di parametri, compreso il saluto dell’animale e del cavaliere rivolto alla giuria.
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Dressage

Disciplina forse meno conosciuta è il dressage, in cui il cavallo è chiamato a eseguire una serie di figure predefinite. La classificazione, qui, è demandata interamente ai giudici, i quali però sono obbligati ad affiancare il loro voto (da zero a dieci) da una motivazione tecnica molto specifica: dunque, tutto è molto trasparente, e per questo spesso sorgono discussioni tra cavalieri e giudici.

A complicare le cose, il fatto che ogni voto può avere un coefficiente diverso a seconda del tipo di gara. Concorrono alla determinazione del punteggio finale altri parametri che non hanno a che fare con l’esecuzione delle figure, come la postura o il livello di sottomissione dell’animale. Esiste anche una filiazione del dressage denominata KUR: è sostanzialmente il freestyle del dressage, con figure create dal cavaliere e musiche – spesso pagate a peso d’oro – composte appositamente.
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Cross Country

La terza disciplina di equitazione è il cross country, vale a dire la maximaratona dell’equitazione: una gara di cross country può protrarsi infatti anche per più giorni. Si tratta in sostanza di una gara “secca”, in cui chi arriva primo vince. Il percorso è di natura campestre, con ostacoli che abitualmente si possono trovare in natura, come siepi, tronchi o fossati.
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Concorso completo ed Endurance

Quarta disciplina è il concorso completo, che non è altro che la combinazione delle tre discipline di salto a ostacoli, dressage e cross country. Infine la quinta e ultima disciplina dell’equitazione, considerata da molti anche la più affascinante, è l’endurance. Si tratta di gare di resistenza, individuali o a squadre. Anche queste gare, come le gare di cross country, si svolgono su scenari naturali e su terreni accidentati, senza però ostacoli lungo il percorso.
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IL VOLTEGGIO

Una disciplina destinata ad avere sempre più successo, una sorta di ginnastica artistica a cavallo che sviluppa forza, coraggio e coordinazione e che si può praticare fin da giovanissimi.
E' considerata la disciplina che meglio esprime la perfetta sintonia tra uomo e cavallo. Si tratta di una sorta di ginnastica artistica a cavallo che consiste nell'eseguire esercizi a corpo libero e a tempo di musica alle andature del passo e del galoppo.
E' una disciplina regolamentata dalla F.E.I. (Federazione Equestre Internazionale) che si può cominciare a praticare fin da giovanissimi, a 5/6 anni, perché aiuta a sviluppare diverse qualità fisiche e psichiche nel bambino: la coordinazione, l'equilibrio, l'agilità, la concentrazione, il ritmo, il coraggio e la sicurezza.
E' uno sport di squadra e individuale che contribuisce ad uno sviluppo fisico sano e armonico. Comincia sempre con una graduale preparazione fisica da terra, con esercizi di ginnastica atti a sviluppare resistenza e forza, mobilità e coordinazione. Prima di salire su un cavallo vero il volteggiatore prova gli esercizi su un cavallo finto munito di maniglie (simili a quelle del fascione da volteggio sul cavallo vero), per passare in un secondo tempo a provare gli stessi su un cavallo in carne ed ossa, prima al passo, poi al galoppo.
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LE CATEGORIE DELL'IPPICA

L’ippica si svolge su pista all’interno di strutture appositamente costruite: gli ippodromi. Normalmente sono strutture all’aperto, ma alcuni di questi possono essere anche indoor, soprattutto nei paesi nordici. È la branca più popolare dell’equitazione, quella che necessita di minori conoscenze tecniche per essere apprezzata e che si basa su regole elementari. È anche uno degli sport che, ancora oggi e malgrado la grande emorragia di pubblico degli ultimi decenni, riscuote più successo presso gli scommettitori.

In Italia, l’epoca della gloriosa schedina Totip è ormai tramontata, così come molti ippodromi (si pensi a quello romano di Tor di Valle) hanno dovuto chiudere i battenti o riconfigurarsi in tutt’altre funzioni. Tuttavia sono ancora moltissimi gli appassionati di tale disciplina, che migrano da una parte all’altra d’Italia in concomitanza con il calendario delle gare principali. Un microcosmo tanto pittoresco quanto irriducibile nella sua passione, come ha mirabilmente mostrato il film cult del 1976 Febbre da cavallo di Steno.
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Trotto e galoppo

Due sono le discipline praticate nell’ippica: il trotto e il galoppo.

Il trotto prende il nome dalla caratteristica andatura del cavallo che postula la sincronia “diagonale” delle zampe (in appoggio a terra la destra anteriore va con la sinistra posteriore e viceversa). Il cavallo non è montato, ma traina un sulky, una sorta di microcalesse a due ruote, su cui siede il driver. L’Italia è il paese con la tradizione più forte e vincente nel campo del trotto, oltre che una delle poche nazioni al mondo in cui tale disciplina è generalmente preferita al galoppo. Per quanto poco diffuse, esistono anche gare di trotto montato, quindi senza sulky.

Il galoppo, invece, prevede corse in cui l’animale assume l’andatura più sostenuta del repertorio, che consistente in un movimento tripartito, con le due zampe posteriori che non simultaneamente danno la spinta e le anteriori che, sempre non simultaneamente, replicano il movimento. È la gara di velocità pura, e in quasi tutto il mondo è la corsa ippica più diffusa. Esistono diverse categorie di corse, a seconda della tipologia e dell’età dei cavalli, e anche una, la Maiden, riservata ai cavalli che non anno ancora mai vinto una gara.
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ALTRI SPORT A CAVALLO

In aggiunta alle gare ortodosse, ci sono gli sport a cavallo a diffusione locale, che spesso si confondono con il folklore e l’arte circense. Ad esempio, il celebre Palio di Siena non è mai stato considerato uno sport, e anzi viene spesso criticato dai puristi dell’ippica e dell’equitazione come disciplina particolarmente crudele nei confronti degli animali, che pertanto getterebbe un’orbita sinistra sull’intero mondo dell’equitazione. Discutibile.
La città di Siena non considera il Palio come una manifestazione riesumata ed organizzata a scopo turistico, ma come la vita del popolo senese nel tempo e nei diversi suoi aspetti e sentimenti. Esso infatti ha origini remote con alcuni regolamenti ancor oggi validi dal 1644, anno in cui venne corso il primo palio con i cavalli, così come ancora avviene, in continuità mai interrotta. Il territorio della Città è diviso in diciassette Contrade con dei confini stabiliti nel 1729 dal Bando di Violante di Baviera, Governatrice della Città.

Allo stesso modo, la Pariglia Sarda, per quanto spesso si configuri sotto forma di concorso o gara, ha più a che fare con la parata equestre acrobatica.
La Sartiglia è una delle più antiche manifestazioni equestri che ancora si svolgono in area Mediterranea si tratta di una fra le più spettacolari e coreografiche forme di Carnevale in Sardegna. Le origini della giostra affondano negli antichi tornei cavallereschi militari, nella corsa alla stella con ima spada e sciabola si è tramandata negli anni. Essa consiste nel tentativo dei cavalieri di centrare il bersaglio appeso a un nastro verde, sfidando la sorte.

La Quintana: dal '400 i giochi equestri prevedevano due fasi distinte: 1) la mostra, sfilata del nobile cavaliere e del suo seguito («brigata») davanti al pubblico, indossando sopravvesti ricamate (dal '500 recanti imprese e stemmi di famiglia) dai colori ben identificabili; 2) l'armeggeria, effettuata dal cavaliere (dopo essersi tolti gli abiti da sfilata, indossando un'armatura o un più pratico farsetto o tunica), che consisteva nella rottura della lancia contro il bersaglio.
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SPORT A CAVALLO U.S.A.

Negli Stati Uniti, infatti, persino le gare di ambio (andatura in cui, a differenza del trotto, il cavallo muove sincronicamente le zampe di uno stesso lato) o di tolt (conosciuto anche come gait, è un’esasperazione dell’ambio, e ha come particolarità il fatto che il cavallo ha sempre uno zoccolo a terra) hanno un loro pubblico.

Negli stati del sud come il Texas, poi, spopola ancora il rodeo, che unisce una serie di discipline della tradizione dell’allevamento dei bovini e che può essere eseguito anche utilizzando animali diversi dal cavallo. La presa al lazo e le gare di resistenza su animali selvaggi sono le competizioni più popolari, mentre il reining – ovvero indurre il cavallo a fare determinare figure utilizzando le redini – ha ormai assunto la statura di disciplina sportiva a sé stante, la cui popolarità è peraltro in crescita vertiginosa in tutto il mondo.

Oltre al rodeo per cowboy, esistono altre declinazioni della medesima disciplina, per vaqueros messicani, gauchos argentini oppure huasos cileni. Infine, sempre negli Stati Uniti, esiste una versione caratteristicamente femminile del rodeo: è il barrel racing, così chiamato perché i circuiti dove si svolgono le gare utilizzano da sempre dei barili come boe attorno alle quali effettuare le curve.
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L'EQUITAZIONE NELLE PARALIMPIADI

L’equitazione, unico sport che è fatto con un animale vivente, il cavallo, è praticata da tempo in Italia e nel mondo intero da disabili fisici, sensoriali e intellettivi. Il cavallo può diventare un amico con cui interagire, può “prestare” la sua vista al non vedente che ha in sella, o gli arti per consentire a un disabile di muoversi senza carrozzina. Il cavallo è anche l'elemento essenziale nell’ippoterapia e nella rieducazione equestre: in questi ambiti lo scopo è migliorare il potenziale residuo del soggetto.
Quando però il disabile da più o meno passivo ha il controllo del cavallo ed esegue gesti motori specifici e codificati dell’equitazione, siamo invece nello sport equestre.
Se la finalità non è quindi il recupero o la modifica della patologia, ma il miglioramento della performance sportiva, ecco che l’attività da terapeutica diventa sportiva: con benefici non solamente fisici (cardiocircolatori, del tono muscolare e così via), ma anche attinenti alla sfera cognitiva e socio-relazionale dati in primo luogo dal contatto con il cavallo.

Lo sport può iniziare come punto di arrivo di un percorso terapeutico, ma non necessariamente. Qualsiasi disabile che abbia stabilizzato il suo livello di ricupero può infatti iniziare la pratica sportiva dell’equitazione, o può riprendere a praticarla per esempio dopo un trauma invalidante. Sono rare le controindicazioni mediche. Ci sono per esempio cavalieri cerebrolesi, paraplegici, amputati, con sclerosi multipla, e nel campo delle menomazioni visive ipovedenti e non vedenti totali; inoltre, disabili intellettivi e relazionali (D.I.R.).

Quando il cavaliere disabile vuole cimentarsi con l’agonismo la disciplina prescelta è il dressage, la più praticata nel mondo (sono 39 le nazioni in cui è attivata; sono attivati e regolamentati dalla FEI Paraequestrian anche gli attacchi ): è a basso rischio e compatibile con diversi tipi di menomazioni, e permette performance tecniche di alto livello con il partner cavallo. Per permettere ai disabili di ogni tipo di competere in condizioni di uguaglianza tra loro essi vengono classificati in diversi profili funzionali specifici per l’equitazione da classificatori del CIP (Comitato Italiano Paralimpico).
Il cavaliere disabile è quindi considerato di un certo “Grado” e gareggerà nei test di quel Grado (da 1 a 4), di difficoltà crescente, inoltre, sono consentiti vari adattamenti (bardatura, assetto…) e ausili speciali (uso della voce, doppia frusta, assistenti che segnalano le lettere nel rettangolo ai cavalieri non vedenti..).
Le gare, dalle sociali ai Campionati italiani, si svolgono nel rettangolo regolamentare di dressage(metri 20×40), sono giudicate da giudici FISE e supervisionate da un Ispettore tecnico Cip.

Fonte: www.fiseveneto.com
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ATTACCHI

La disciplina degli attacchi consiste nell’uso del cavallo attaccato alla carrozza. Si possono avere tipologie di attacchi a seconda di quanti cavalli vengono attaccati alla carrozza: il singolo (un solo cavallo), la pariglia (due cavalli), ed il tiro a quattro (quattro cavalli : due davanti chiamati di volata e due dietro detti carrozzieri).

Sono previste due tipi di gare: una di completo ed una di combinata.

Il completo prevede tre prove (dressage, maratona e coni); la prima, quella di dressage, si svolge all”interno di un rettangolo ed ha la finalità di evidenziare il livello di addestramento dell”attacco; la se onda, la maratona, è invece una sorta di rally in campagna che prevede un tempo limite dove si devono aggirare ostacoli posizionati lungo un percorso che presenta difficoltà anche naturali come laghetti; l”ultima prova, quella dei coni, è invece uno slalom a tempo tra venti ostacoli costituiti da coppie di tronchi di cono sormontati da una pallina che non deve cadere al passaggio degli attacchi.

Nelle gare di combinata le prove sono invece due (dressage e coni). In entrambe la classifica finale scaturisce dalla somma dei punti negativi acquisiti nelle varie prove.

Fonte: www.asiequitazione.com
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LA MONTA DA LAVORO

Monta da lavoro veloce - gimkana
L’obiettivo di questa specialità è di esaltare la capacità del cavallo e del cavaliere in termini di velocità, precisione, stile, coordinazione e regolarità nell’affrontare qualunque ostacolo che rappresenti difficoltà le quali possono essere incontrate nel lavoro con il cavallo.
La FITETREC ANTE, oltre alla prova di gimkana all’interno del completo della Monta da Lavoro, organizza campionati solo nella specialità della gimkana.


Monta da lavoro sincronizzata
Lo scopo di questa disciplina è di avvicinare al mondo dell’equitazione tutti quei binomi(cavallo, cavaliere) che credono in un lavoro di gruppo e di avvicinare questo nobile Animale ad un lavoro divertente su base musicale, la socializzazione con altri suoi simili.
Da non sottovalutare è l’aspetto sociale per tutti quei cavalieri e amazzoni che in questa disciplina hanno la possibilità di mettersi in gioco più facilmente, poiché motivati da altri elementi del gruppo. Ulteriore pregio di questa disciplina è lo studio e la conoscenza delle regole concernenti il lavoro della scuola di equitazione svolta nel rettangolo o nella cavallerizza.

Monta tradizionale maremmana
L’idea di creare un Campionato di Monta Tradizionale Maremmana nasce dalla sentita volontà di mantenere e promuovere la più profonda e peculiare tradizione equestre di questo territorio.
Esso è stato fortemente voluto dall’”Associazione per la Tutela della Monta Tradizionale Maremmana” e dall’”ANAM Associazione Nazionale Allevatori Cavallo Maremmano che hanno avvertito la necessità di condividere con altre persone la straordinaria cultura maremmana, fatta di valori ed emozioni ancora molto sentiti da giovani ragazzi, che hanno scelto di rivivere le situazioni e l’atmosfera dei loro antenati.
Forti dell’insegnamento tramandato da generazioni di vecchi uomini di mestiere, come nonni, padri ed altri ancora, essi si cimentano con orgoglio nel duro lavoro che ha caratterizzato gli instancabili cavalcanti della loro Maremma: i Butteri.
“L’Associazione per la Tutela della Monta Tradizionale Maremmana” intende quindi organizzare manifestazioni che prevedano prove che riproducano le particolari difficoltà che i butteri a cavallo quotidianamente superavano nello svolgimento del loro lavoro, ma vuole anche dimostrare e valorizzare le qualità del cavallo di razza maremmana nello svolgimento del lavoro in campagna del buttero ed incrementarne la diffusione presso gli appassionati di cavalli o sport equestri.
La FITETREC ANTE ha fatto propri i valori promossi dall’ Associazione e ha deliberato di rendere la Monta Tradizionale disciplina sperimentale FITETREC ANTE.

Fonte: www.fitetrec-ante.it
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